Frankh Oren
Frankh Oren, produttore più che dj, non poteva che essere figlio di Napoli e del suo sound, plasmato dai ritmi tribali di una città che vive di musica e vibrazioni, di voci e rumori.
Il suo lavoro cresce e si alimenta attraverso gli ascolti di vecchi dischi che spaziano dalle sonorità energiche della fusion del primo “Pino Daniele” a quelle più dense della black music. Eclettico, intenso, istrionico, la sua musica scava in un repertorio che, dalle suggestioni della “Soul” e gocce di "Pop", vira verso le atmosfere dorate della disco East Coast degli anni ‘80. Da Little Louie Vega a Stewie Wonder, da Sister Sledge a Purple Disco Machine, da George Benson ai Coeo, in un continuo muoversi tra il vecchio e il nuovo, tra la modernità e il passato, tra l’analogico e il digitale.
Il suo lavoro cresce e si alimenta attraverso gli ascolti di vecchi dischi che spaziano dalle sonorità energiche della fusion del primo “Pino Daniele” a quelle più dense della black music. Eclettico, intenso, istrionico, la sua musica scava in un repertorio che, dalle suggestioni della “Soul” e gocce di "Pop", vira verso le atmosfere dorate della disco East Coast degli anni ‘80. Da Little Louie Vega a Stewie Wonder, da Sister Sledge a Purple Disco Machine, da George Benson ai Coeo, in un continuo muoversi tra il vecchio e il nuovo, tra la modernità e il passato, tra l’analogico e il digitale.